La zincatura meccanica, detta anche sherardizzazione, è un procedimento molto utilizzato in vari settori industriali, soprattutto nella realizzazione di piccoli pezzi da assemblaggio, come viti, chiodi e rondelle.
A differenza dei processi elettrolitici, la zincatura meccanica avviene, appunto, attraverso un procedimento meccanico che permette di “rivestire” i pezzi di una patina di zinco, che li rende anticorrosivi e resistenti all’infragilimento da idrogeno. Scopriamo insieme nei dettagli come avviene il processo di zincatura meccanica.
Zincatura meccanica: come avviene
Gli oggetti da zincare, che come dicevamo sono in generale piccoli pezzi da assemblaggio, vengono sottoposti a rotazione all’interno di un cilindro girevole riscaldato ad altissime temperature.
La macchina per la zincatura si presenta in sostanza come una sorta di betoniera, la cui temperatura interna oscilla tra i 320 e i 400 gradi, all’interno della quale vengono inserite sostanze come la polvere di zinco, in una percentuale variabile tra il 20% e il 25%, e un coadiuvante, come la sabbia bianca che permette di ottenere, appunto, l’effetto zincato.
Ruotando all’interno di questo cilindro, grazie al movimento rotatorio e alle alte temperature, gli oggetti acquisiscono un rivestimento anticorrosivo grazie alla diffusione termica dello zinco.
I prodotti sottoposti a zincatura meccanica possono in seguito essere trattati anche con fosfato di zinco, in modo da ottenere una superficie pulita.
È importante sapere che esistono 3 classi di zincatura meccanica, che variano a seconda dello spessore del rivestimento di zinco, quindi della resistenza alla corrosione della zincatura, e che può variare dai 5-10 micrometri della prima classe, ai 10-30 micrometri della seconda, agli oltre 30 micrometri della terza classe.