Le lamiere di metallo, per essere lavorate, hanno bisogno di tecniche e procedure particolari. Una di queste è la pressopiegatura, che consiste nel piegare le lamiere dei metalli attraverso un macchinario particolare che effettua la piegatura in modo veloce e automatizzato. In questo modo, la natura del metallo da lavorare rimane invariata e il risultato è un prodotto semilavorato piano che si adatta a ogni tipo di utilizzo.
Il macchinario che effettua le pressopiegature si chiama, ovviamente, pressa piegatrice: si tratta di uno strumento in grado di effettuare una piegatura sulle lamiere che sia più o meno permanente, a seconda del tipo di lavoro che si intende effettuare.
Pressopiegatura a U e a V
Esistono solitamente due tipologie di pressopiegatura: la pressopiegatura a U è una piegatura squadrata, mentre quella a V è ad angolo. Questo tipo di lavorazione può essere effettuata soprattutto su ferro e alluminio ma si applica facilmente a ogni lega metallica possibile. L’importante, però, è che il materiale abbia una sua duttilità.
La pressopiegatura, infatti, è una lavorazione a freddo, che si effettua su materiali particolarmente duttili e malleabili, capaci cioè del cosiddetto “ritorno elastico”. In cosa consiste è presto detto: quando si piega un metallo, le sue fibre esterne subiscono uno stiramento, mentre quelle interne una pressione che provoca tensioni interne. Quelle tensioni interne sono dette, appunto, “ritorno elastico”.
Pressopiegatura: perché è importante?
La pressopiegatura dei metalli è molto importante perché consente a un determinato materiale di acquistare nuova vita. Attraverso la pressopiegatura, infatti, si possono ricavare dalle lamiere pezzi per realizzare elettrodomestici, pedane, tettoie ed elementi d’arredo di ogni tipo.