Rivestimento antiaderente per eccellenza (per intenderci è lo stesso che solitamente ricopre e protegge le nostre padelle in cucina), il teflon è un materiale sintetico pressoché moderno, derivato dal fluoro e impiegato per rendere i materiali più resistenti e durevoli nel tempo. Nasce come polvere bianca e volatile per poi trasformarsi in pellicola di copertura, completamente isolante e perfetta per proteggere anche i materiali altamente logorabili. Resistendo a un calore che supera decisamente i 300 gradi, il teflon è utilizzato senza dubbio per proteggere il pentolame della nostra casa, ma anche per coprire filtri, guarnizioni e valvole e proteggerle dall’usura data da tempo e impiego costante.
Per lavorare il teflon, però, è necessario quello che solitamente si chiama tornitura. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Attraverso la tornitura del teflon, il materiale si applica perfettamente al metallo da proteggere, rendendolo più robusto e resistente – e pronto, quindi, per l’utilizzo. Immaginate, ora, una pentola senza lavorazione del teflon su di essa: col tempo, non solo rischierebbe di logorarsi, ma addirittura risulterebbe potenzialmente dannosa, anche per il nostro organismo. Grazie al teflon, invece, il materiale è protetto e in grado di resistere all’usura e al tempo che scorre inesorabile. La tornitura del teflon può avvenire utilizzando macchinari CNC, cioè a controllo numerico, grazie ai quali è possibile comunicare a un software il numero di prodotti finiti da realizzare e il resto del lavoro spetterà poi al macchinario stesso, che procederà indisturbato alla lavorazione del prodotto finale.