Carbonitrurazione e carbocementazione sono due trattamenti molto utilizzati per indurire, temprare e rendere maggiormente resistenti pezzi e componenti in acciaio di alta precisione, per garantire massima resistenza all’usura in fase di assemblaggio e di successivo utilizzo.
Tuttavia esistono delle differenze tra i due tipi di processi, differenze che rendono il trattamento di carbonitrurazione preferibile, nella maggior parte dei casi, a quello di carbocementazione.
Differenze tra carbonitrurazione e carbocementazione
Come abbiamo detto, si tratta di due trattamenti molto simili, che però presentano delle differenze sostanziali che rendono il primo trattamento, quello di carbonitrurazione, attuabile su un maggior numero di acciai, anche scarsamente legati, e addirittura sul ferro.
La prima differenza riguarda la temperatura a cui viene effettuato il trattamento: la carbonitrurazione avviene ad una temperatura leggermente più bassa.
La seconda differenza riguarda le caratteristiche e le componenti del gas con cui l’acciaio viene irrorato durante il riscaldamento: nel caso della carbocementazione si tratta di un endogas a cui vengono aggiunti metano e propano in proporzioni variabili; nel caso della carbonitrurazione invece al gas viene aggiunta una percentuale di ammoniaca che rilascia azoto. Questo permette di evitare la deformazione che generalmente deriva dall’esposizione dell’acciaio ad alte temperature, e che si verifica invece in seguito al trattamento di carbocementazione, che infatti richiede una successiva fase di rettifica per ridare alla componente la sua forma originaria. Per questo motivo la carbonitrurazione può essere effettuata anche su componenti di piccole dimensioni.
La terza differenza riguarda la profondità di indurimento: nel caso della carbocementazione la profondità è maggiore, mentre con la carbonitrurazione si può ottenere uno spessore di indurimento di massimo 0,50 – 0,80 millimetri.